Don Felice e le pillole dell’amore
Sabato 5 marzo alle ore 21.00 - Domenica 6 marzo alle ore 18.30 ed in replica (fuori abbonamento) Sabato 12 marzo alle ore 21.00 e Domenica 13 marzo alle ore 18.30 va in scena
“Don Felice e le pillole dell’amore”
Commedia comica di B. Casillo, tratta da Hennequin & Bilhaud. Regia di Ugo Piastrella. Con Ugo Piastrella, Ciro Girardi, Margherita Rago, Antonello Cianciulli.
Biglietti: prima settimana 18 euro (interi) - 15 euro (ridotti). Seconda settimana 15 euro (interi) - 12 euro (ridotti)
Info e prenotazioni: tel. 089.220886 (botteghino).
Tratto da una brillantissima pochade francese, in questa trasposizione napoletana, il testo racchiude un grande meccanismo comico ed offre al contempo un'acuta osservazione critica dell'animo umano. La storia funziona come un meccanismo ad orologeria, dove in ogni istante la vicenda si complica arrivando a ingenerare situazioni così paradossali e complicate che sembra impossibile allo spettatore, tra una risata e l'altra, che tutto possa ritornare alla normalità. La regia ha sapientemente messo a frutto il ritmo pressante della storia, unitamente ai tempi comici incessanti e perfetti degli interpreti, resi ancora più accattivanti dalla trasposizione in napoletano che offre un linguaggio più immediato e personaggi più caratteristici, ottenendo un crescendo di comicità coinvolgente ed irresistibile.
La storia vede il dottor Felice Sciosciammocca (Ugo Piastrella), medico, scienziato e marito fedelissimo, che per colpa degli effetti delle "pillole d'Ercole", pastiglie altamente afrodisiache di sua invenzione, si troverà forzosamente ad affrontare in questo fresco e spumeggiante "vaudeville" una serie di incredibili inconvenienti. Le pillole, somministrategli per errore dal suo assistente e amico Michele, trasformano don Felice, suo malgrado, in un irresistibile dongiovanni ed un mandrillo scatenato, costringendolo ad un involontario tradimento, che avviene in un albergo dove va a visitare e, per effetto delle pillole, sedurre le 8 mogli turche di un pascià turco-ottomano-napoletano (Ciro Girardi). Tutto potrebbe passare sotto silenzio, se non comparisse all'improvviso il pascià, che scoperta la scappatella (di una sola delle mogli!) decide di vendicarsi, con il classico “occhio per occhio”, pretendendo, in alternativa al delitto d’onore, di fare all’amore con la moglie di don Felice. In pratica: " o le corna o la morte ".
Per salvare la propria pelle e per non soffrire nel vedere l’amatissima moglie Margherita nelle braccia di un altro, il medico e l'amico assistente, dopo aver provveduto a spedire la consorte legittima il più lontano possibile, si trasferiscono in un albergo termale ed architettano un piano per presentare al turco una giovane cocotte nelle vesti di moglie di don Felice ed assolvere così al debito d’onore. Ciò però li renderà vittime del loro stesso complotto, dove, tra irresistibili gags, equivoci e colpi di scena, la matassa sembra non possa mai sbrogliarsi anche per la presenza non di una ma di due mogli finte e per l’arrivo improvviso di quella vera e di una serie di personaggi bizzarri e spassosi: oltre il già citato pascià turco-ottomano, un incontenibile Comandante della Marina (Antonello Cianciulli) che ritrova un suo vecchio amore ex soubrette con la figlia cantante lirica molto disponibile; una bigotta zitella (Teresa Memoli), ancora giovane che prima subisce le avances del medico e poi, grazie alle pillole, diventa assatanata, rincorrendo don Felice davanti al portiere dell’albergo sempre più frastornato. Solo l’utilizzo, ancora una volta, delle pillole su alcuni dei personaggi coinvolti riuscirà a dimostrare la buona fede del protagonista ed a riportare il sereno ed il classico lieto fine
...spero..di...vederla...un..giorno...